giovedì 27 gennaio 2011

Roma, gli americani sono pronti a chiudere

Proseguono a oltranza le riunioni a New York. L’istituto bancario studia insieme alla cordata statunitense la soluzione per arrivare al brindisi. I manager di Unicredit hanno annullato il volo di rientro in Italia per chiarire i dettagli d’intesa: DiBenedetto, soluzione gradita.
TORINO, 27 gennaio - Si tratta a oltranza. I mana­ger di Unicredit, Paolo Fiorentino e Piergiorgio Peluso, accompagnati dal­l'avvocato Cappelli, hanno annullato il volo di rientro in Italia partito ieri se­ra da New York e hanno continuato la riunione fiume con i rappresentanti della cordata americana, in­dividuata dalla banca come la migliore solu­zione per cedere la Roma. I legali delle parti stanno scrivendo i punti di un memo­randum che poi verrà trasformato in accordo. Si lavora a un'intesa, nella quali i punti da mette­re a fuoco riguardano la partecipazio­ne della banca nei futuri assetti socie­tari. Unicredit dovrà fare la sua parte, resta da stabilire come e in quale mi­sura. Si è lavorato su una ipotesi di cessione progressiva di pacchetti azio­nari. Se verranno rispettati i passaggi inseriti nella bozza gli americani po­tranno avere il via libera.

CORDATA - Intanto pren­de corpo la cordata americana che fa capo al patron dei Boston Red Sox, Thomas R. DiBenedetto. Al fianco dell'imprenditore di origine italiane, classe 1950, sposato e padre di cinque figli, ci sarebbero altri quat­tro investitori: il presidente della com­pagnia assicurativa Succession Capi­tal Alliance, Julian Movsesian, l'im­mobiliarista Michael A. Ruane (Ta As­sociates Realty) e Arthur J. Falcone dell'omonimo gruppo real estate con quartier generale in Florida.

PROCEDURA - Resta sempre in vigore la procedura avviata per la cessione del­la Roma. Il termine per la presenta­zione delle offerte è lunedì. Restano in corsa gli americani ( i preferiti dalla banca) e il gruppo Angelucci, che pre­senterà l'offerta dopo la due diligence, con tanto di piano industriale. Anche gli americani dovrebbero presentare l'offerta vincolante, indispensabile per una società quotata in Borsa. Alcune fonti riferiscono che ci sarebbero de­gli ostacoli da superare e che l'advisor Rothschild, che ha avuto il mandato a vendere della Roma e che non era pre­sente all'incontro, ha delle riserve sul­la sostenibilità, dal punto di vista eco­nomico, dell'offerta ame­ricana. Inoltre c'è un al­tro punto sul quale fare chiarezza. Il progetto sul quale si è lavorato in queste ore a New York, se non sarà modificato, regge se la Roma resta costantemente ai vertici.
 

Nessun commento:

Posta un commento