lunedì 15 agosto 2011

Roma, paura per Bojan: aggredito da ultrà Valencia

L'attaccante giallorosso, dopo la sfida persa per 3-0 al Mestalla, è stato preso di mira da teppisti valenciani che lo avevano isolato. A salvarlo due cameramen che lo hanno scortato sul pulmino dei giornalisti, parcheggiato dietro a quello della squadra. Tanta paura per l'attaccante: «Io sono catalano, con i va­lenciani c’è un pessimo rapporto, ecco perché ce l’hanno con me...»
 
VALENCIA, 14 agosto - Sarà stata l’una meno die­ci, notte tra venerdì e sabato, la Roma aveva appena sbattuto il grugno contro un Valen­cia lanciatissimo nell’ul­tima amichevole prima del debutto ufficiale sta­gionale, giovedì in Euro­pa League con lo Slovan Bratislava. Treazero per la squadra di Unai Eme­ry e giallorossi che a capo chino si infilavano nel bus pronto a por­tarli in aeroporto per il volo notturno di rientro. Dietro il bus giallorosso, un pul­lmino per gli sparuti cronisti al seguito della squadra, sei in tutto tra giornalisti e cameramen. E proprio ai due camera­men Bojan Krkic deve la sua incolumi­tà. Perché l’attaccante era stato preso di mira da un gruppo di esagitati valencia­ni che l’avevano isolato: prelevato quasi di peso, Bojan è stato scortato nel mini­bus, giusto giusto tra le braccia degli in­creduli cronisti, mentre l’autista prov­vedeva a serrare la porta del veicolo appena prima che venisse sballottato dalle mani di decine di ra­gazzi con le magliette del Valencia indosso. Urlava­no frasi a Bojan, in valen­cià - uno degli idiomi ri­conosciuti in Spagna, ol­tre a castigliano, catalano e basco - mentre il ragazzino di origini serbe si accucciava sul sedile stringen­do il suo trolley nella sinistra e due cel­lulari nella destra. Per sfogare la tensio­ne, mista a paura, il povero attaccante ­un timido ventenne in fondo - non pote­va fare di meglio che rivolgersi a quelle mani che si abbattevano come tamburi sui vetri: «Que quieres, imbecil? Imbecil! ».

LA PAURA  - Questioni di radicato campanilismo iberico al cui confronto le nostre rivalità dastra­paesesembrano ameni scambi d’opinione. «Io sono catalano, con i va­lenciani c’è un pessimo rapporto, ecco perché ce l’hanno con me...» ha poi spiegato Bojan mentre il minibus e le parole di conforto dei cronisti lo scortavano verso l’albergo dove avrebbe trascorso quel che restava della notte valenciana prima di puntare verso Bar­cellona, casa sua, per salutare la fami­glia approfittando del giorno libero con­cesso ai giallorossi da Luis Enrique (ap­puntamento oggi pomeriggio a Trigoria per la ripresa degli allenamenti).