Appuntamento al 51° piano di un grattacielo in Park Avenue ieri per i vertici di Unicredit. A capo della cordata c’è un italo-americano: Thomas Di Benedetto. Oggi nuovo incontro. Gli imprenditori Usa hanno espressamente chiesto un supporto, la banca pronta a restare con una quota minore. C’è ottimismo sul buon esito dell’affare
ROMA, 26 gennaio - Una notte romana e romanista a New York. Protagonista, finora sconosciuto, mister Thomas R. Di Benedetto, italo-americano. E’ lui il numero uno della cordata di imprenditori “born in the Usa” che vuole la Roma. E’ lui che ieri, con i suoi legali e i suoi advisor, al cinquantunesimo piano di un grattacielo che dà su Park Avenue, ha incontrato i vertici di Unicredit, il dottor Paolo Fiorentino e il dottor Piergiorgio Peluso, accompagnati dall’avvocato Roberto Cappelli, tra le altre cose nel Cda della Roma, e dall’avvocato Mauro Baldissoni dello studio Tonucci. Sul tavolo, l’acquisto della Roma.
INCONTRO - L’appuntamento era per le dieci di mattina,local time,le sedici nel nostro paese. I dirigenti dell’Istituto bancario proprietario della Roma, erano arrivati il giorno precedente, atterraggio alle 17.46 americane dal volo Alitalia Az 610,business class,all’aeroporto Kennedy della grande mela. Una cena a Manatthan per mettere a punto gli ultimi dettagli, un sonno per smaltire il fuso orario, una sveglia di prima mattina, scoprire una New York sotto la neve,breakfast,per poi presentarsi freschi, riposati, lucidi all’incontro che può decidere il futuro della Roma. C’è da dire che le parti sono in contatto da almeno tre mesi. Due volte dirigenti di Unicredit nel recente passato si sono incontrati con la controparte a New York, una volta un rappresentante degli americani è stato a Roma per un incontro, concluso con un fine settimana sportivo. Il 12 dicembre scorso, infatti, il rappresentante americano, si è accomodato in tribuna allo stadio Olimpico per assistere alla partita tra la squadra di Ranieri e il Bari. Possiamo aggiungere, per esempio, che l’amico americano, è rimasto piuttosto interdetto quando, entrando in tribuna Monte Mario, ha scoperto che lo store della Roma era un camion,e se un tifoso si vuole provare una maglietta, dove va? ha chiesto con un sorriso, facendo comunqueintuire che tipo di idee questo gruppo ha per un eventuale futuro da proprietari nella Roma.
INCONTRO - L’appuntamento era per le dieci di mattina,local time,le sedici nel nostro paese. I dirigenti dell’Istituto bancario proprietario della Roma, erano arrivati il giorno precedente, atterraggio alle 17.46 americane dal volo Alitalia Az 610,business class,all’aeroporto Kennedy della grande mela. Una cena a Manatthan per mettere a punto gli ultimi dettagli, un sonno per smaltire il fuso orario, una sveglia di prima mattina, scoprire una New York sotto la neve,breakfast,per poi presentarsi freschi, riposati, lucidi all’incontro che può decidere il futuro della Roma. C’è da dire che le parti sono in contatto da almeno tre mesi. Due volte dirigenti di Unicredit nel recente passato si sono incontrati con la controparte a New York, una volta un rappresentante degli americani è stato a Roma per un incontro, concluso con un fine settimana sportivo. Il 12 dicembre scorso, infatti, il rappresentante americano, si è accomodato in tribuna allo stadio Olimpico per assistere alla partita tra la squadra di Ranieri e il Bari. Possiamo aggiungere, per esempio, che l’amico americano, è rimasto piuttosto interdetto quando, entrando in tribuna Monte Mario, ha scoperto che lo store della Roma era un camion,e se un tifoso si vuole provare una maglietta, dove va? ha chiesto con un sorriso, facendo comunqueintuire che tipo di idee questo gruppo ha per un eventuale futuro da proprietari nella Roma.
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