L'attaccante giallorosso, dopo la sfida persa per 3-0 al Mestalla, è stato preso di mira da teppisti valenciani che lo avevano isolato. A salvarlo due cameramen che lo hanno scortato sul pulmino dei giornalisti, parcheggiato dietro a quello della squadra. Tanta paura per l'attaccante: «Io sono catalano, con i valenciani c’è un pessimo rapporto, ecco perché ce l’hanno con me...»
VALENCIA, 14 agosto - Sarà stata l’una meno dieci, notte tra venerdì e sabato, la Roma aveva appena sbattuto il grugno contro un Valencia lanciatissimo nell’ultima amichevole prima del debutto ufficiale stagionale, giovedì in Europa League con lo Slovan Bratislava. Treazero per la squadra di Unai Emery e giallorossi che a capo chino si infilavano nel bus pronto a portarli in aeroporto per il volo notturno di rientro. Dietro il bus giallorosso, un pullmino per gli sparuti cronisti al seguito della squadra, sei in tutto tra giornalisti e cameramen. E proprio ai due cameramen Bojan Krkic deve la sua incolumità. Perché l’attaccante era stato preso di mira da un gruppo di esagitati valenciani che l’avevano isolato: prelevato quasi di peso, Bojan è stato scortato nel minibus, giusto giusto tra le braccia degli increduli cronisti, mentre l’autista provvedeva a serrare la porta del veicolo appena prima che venisse sballottato dalle mani di decine di ragazzi con le magliette del Valencia indosso. Urlavano frasi a Bojan, in valencià - uno degli idiomi riconosciuti in Spagna, oltre a castigliano, catalano e basco - mentre il ragazzino di origini serbe si accucciava sul sedile stringendo il suo trolley nella sinistra e due cellulari nella destra. Per sfogare la tensione, mista a paura, il povero attaccante un timido ventenne in fondo - non poteva fare di meglio che rivolgersi a quelle mani che si abbattevano come tamburi sui vetri: «Que quieres, imbecil? Imbecil! ».
LA PAURA - Questioni di radicato campanilismo iberico al cui confronto le nostre rivalità dastrapaesesembrano ameni scambi d’opinione. «Io sono catalano, con i valenciani c’è un pessimo rapporto, ecco perché ce l’hanno con me...» ha poi spiegato Bojan mentre il minibus e le parole di conforto dei cronisti lo scortavano verso l’albergo dove avrebbe trascorso quel che restava della notte valenciana prima di puntare verso Barcellona, casa sua, per salutare la famiglia approfittando del giorno libero concesso ai giallorossi da Luis Enrique (appuntamento oggi pomeriggio a Trigoria per la ripresa degli allenamenti).
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